Telecamere negli asili nido e nella scuola dell’infanzia
Una risposta demagogica che non preserverà i bambini dalla possibilità di subire violenze e che delegittimerà ancora più drasticamente il ruolo degli insegnanti.
La relazione pedagogica, condizionata dall’occhio indagatore della telecamera, perderà le caratteristiche peculiari di spontaneità e originalità; verrà privilegiato il gesto neutro, scarsamente incisivo o nascosto perché ogni azione educativa più marcata, isolata dal contesto che la ha generata, potrà essere mal interpretata.
Porre le condizioni di uno “star bene a scuola” di alunni e di docenti non è all’ordine del giorno fra chi ci governa. A monte del disegno di legge, in discussione al Senato, non vi è alcuna analisi delle cause del fenomeno, delle ragioni per le quali alcune aule scolastiche possano essere diventate teatro di violenze psicologiche e fisiche sui minori. Il dottor Vittorio Lodolo Doria, che da anni si batte con allarmanti dati statistici affinché ai docenti sia riconosciuto il danno da stress lavoro correlato, ovvero il riconoscimento di malattie professionali correlate all’esercizio della professione di docente, espone il suo punto di vista estremamente critico sulla questione. Nella sua analisi rileva come ancora una volta la politica si lasci influenzare da argomentazioni mediatiche da talk show che nulla sanno dei reali bisogni di allievi e docenti e che, tuttavia, oltre che non apportare alcun beneficio per la prevenzione di eventuali maltrattamenti, non faranno che indirettamente creare le condizioni per depotenziare gli ambienti educativi della loro funzione sociale.
Ancora una volta la disinformazione popolare, aizzata da facili ricette correttive insieme all’arrogante ignoranza dei politici, si sono strette in un abbraccio letale per la scuola italiana. I docenti restano soli e inascoltati, ultime Cassandra, la cui battaglia per il benessere degli alunni, gravemente compromesso da sistemi di controllo inquisitori, viene scambiata come difesa corporativa.
Non per questo, per quanto impopolari e mal interpretati, rinunceremo a denunciare la totale incongruità del rimedio rispetto al problema e soprattutto a chiedere che davvero la priorità degli interventi legislativi sia tesa al benessere di allievi e docenti.
Daniela Esposito