PREPARIAMO LA PACE
“…Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace
Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità…”
John Lennon, Immagine
Ancora una volta accade l’inimmaginabile, con l’orrore della guerra ancora infisso nei numeri tatuati degli anziani sopravvissuti all’Olocausto, accade l’insensato, l’assurdo, ciò che sentivamo così definitivamente lontano da noi.
Ci sembrava che almeno in Europa l’umanità avesse fatto un passo avanti e superato per sempre la risoluzione delle controversie internazionali con la violenza.
Siamo attoniti, come è possibile che accada ancora? Come è possibile che dopo aver passato due anni totalmente concentrati a salvare vite umane dalla pandemia con ogni sforzo, mentre ancora non sapevamo se poter tirare un sospiro di sollievo, assistiamo attoniti all’uccisione deliberata di esseri umani fra popoli così vicini, soldati, donne, anziani, bambini.
Capovolgendo l’antica locuzione latina diciamo con forza “Se vuoi la pace, prepara la pace”. Sta a noi. È proprio quando accade l’assurdo visto come possibile, che sentiamo l’urgenza e la responsabilità profonda del nostro impegno di educatori. Sta a noi preparare la pace in ogni momento del nostro lavoro, educare alla pace, testimoniarla nel modo di educare e farla sperimentare ai nostri alunni in ogni sorso d’aria che respiriamo insieme. Nella maniera non violenta di discutere senza prevaricare, nel mancato esercizio della prepotenza, nel rispetto e valorizzazione della diversità, nel potenziare le individualità senza appiattirle in modelli predefiniti cui conformarsi, nel favorire la libertà di pensiero, nel promuovere lo spirito critico nell’approccio allo studio, alla storia… Sembra così poco rispetto alla gravità di ciò che ci può far sprofondare in un poco più di un attimo nell’orrore più brutale e orribile. Eppure è ciò che alimenta in una concretezza massima il sogno di un’umanità più umana.
Davvero dobbiamo considerarci fortunate e fortunati a poter svolgere un lavoro che alimenti concretamente questo sogno. Oltre la famiglia, sta a noi in misura principale. Possiamo fare la differenza della maniera di stare con l’altro delle future generazioni. Un onere e un onore che dobbiamo a tutti, ma soprattutto agli anziani cui viene tolta in queste settimane l’estrema speranza che quell’orrore fosse ormai solo legato al passato, ai bambini, ai loro occhi persi nel terrore, alle loro vite spezzate, alle ferite che li accompagneranno per sempre come spine conficcate, alla loro innocenza oltraggiata. Come un debito che la vita esige da noi che abbiamo vissuto di una facile, ma così fragile pace: rendiamola solida dalle fondamenta, inscalfibile, imperturbabile, non negoziabile, universale, prepariamo la pace.
Daniela Esposito
(Logo per la pace: Chiara Marzocchi II G - Liceo Genovesi Napoli)
LA SCUOLA, WE CARE
Le lucide analisi di Calamandrei già nel 1950 richiamavano il ruolo fondamentale della scuola per la democrazia. Ne riportiamo qualche stralcio insieme a una riflessione circolata nella rete che evidenzia i nodi contraddittori e fatali del grave vulnus del nostro Paese: il prendersi cura della scuola in maniera ipocrita, ma nei fatti depotenziandola e avvilendola.
“Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue. Gli organi ematopoietici, quelli da cui parte il sangue che rinnova giornalmente tutti gli altri organi, che porta a tutti gli altri organi, giornalmente, battito per battito, la rinnovazione e la vita. [...] Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni...”. (Piero Calamandrei, Discorso a difesa della scuola pubblica).
La citazione circolata su facebook dal sito “La scuola ci riguarda tutti” richiama le contraddizioni che affliggono la scuola insieme a tante altre della nostra democrazia (un ulteriore esempio, e molto lampante, è quello della vendita delle sigarette da parte dello Stato con le diciture intimidatorie sul cancro) che denunciano un approccio ai problemi da parte dello Stato non formativo e costruttivo, ma solo dispersivo e di facciata. Purtroppo fra i tanti nodi del nostro vivere civile, la contraddizione che riguarda la scuola è la più pericolosa perché l’ignoranza che ne conseguirà costerà molto di più a tutti i cittadini.
In tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, noi docenti siamo a baluardo del superamento dell’ignoranza e del garantire pari opportunità di formazione e socialità, ma con mezzi poverissimi e oneri pesantissimi, mentre dovremmo, insieme al personale sanitario, avere la massima attenzione fattiva e protettiva dello Stato a beneficio di tutti.
Daniela Esposito
Per la nostra cara Marina Pontillo e per la sua famiglia
Per la nostra cara Marina Pontillo e per la sua famiglia
Siamo vicine alla nostra vice presidente Marina Pontillo che oggi accompagna sua sorella Emilia verso l’estremo saluto dopo una lunga malattia.
Sentiamo questa perdita come dolore appartenente al Cossma la cui storia è intessuta dell’impegno tenace e fattivo di Marina Pontillo, nella vita associativa come negli affetti più profondi.
La storia del Cossma è innanzitutto una storia di una comunità di affetti e di intenti nel servizio reciproco, in cui la crescita umana è valore primario. É nella consapevolezza del profondo legame costituito che, pur da lontano, la presidente Marilena Cavallari, la vice presidente Maria Argentino e tutte le amiche e compagne di lotta si uniscono a Marina in un intenso abbraccio che possa lenire questa perdita inconsolabile.
Il Comitato Esecutivo Nazionale
Eccoci, è Natale!
Eccoci, è Natale.
Ci ritroviamo ancora una volta per augurare a tutte noi serene feste e soprattutto l’augurio di guardare sempre avanti.
Attraversiamo anni complessi, le difficoltà, le incertezze, il disagio della nostra vita personale e associativa, in questo tempo di Pandemia, ci confermano il senso fondamentale di appartenere ad una comunità che ha nel servizio reciproco e nella vocazione formativa il suo fulcro. Pure da lontano, credere e testimoniarlo, ciascuna nella propria realtà, è una maniera di trasmettere i valori del Cossma, un antidoto alla tentazione di chiudersi nel proprio particolare e farsi sempre più soli. Questi tempi ci chiamano invece alla fiducia e alla speranza; dalle indomite fondatrici alle matricole delle ultime iscritte, prendiamoci cura del nostro cammino.
Buon Natale!
Il Cen
Figure della sicurezza nella scuola
L’anno scolastico è iniziato con tante promesse e con tanti vecchi e nuovi problemi da risolvere!
Classi e sezioni numerose, mancanza di personale e in aggiunta il problema delle reggenze!
Così le competenze, le capacità e la buona volontà del personale vengono messe ancora una volta a dura prova.
Mentre auguriamo a tutti buon lavoro crediamo di fare cosa utile, per affrontare problemi importanti a cominciare da quello della sicurezza messa a dura prova in tempo di Covid, condividendo le riflessioni e indicazioni inviateci da una Collega della scuola dell’infanzia di Chiavari, Susanna Trevisi.