S.Pasqua 2014
Auguri!
Che la S. Pasqua sia un'occasione di serenità, armonia, pace, riposo.
Buone vacanze!
Quarantasei e non li dimostra!
Il 18 marzo 1968, con L. n. 444, è stata istituita la scuola materna statale.
L'art. 1 recita "la scuola materna accoglie i bambini dai tre ai sei anni".
Ancora oggi, la scuola dell'infanzia, mantiene la freschezza originaria, nonostante le difficoltà che negli anni i docenti hanno dovuto affrontare.
Buon compleanno!
28.10.2013 - CAMBIAMO LA LEGGE DI STABILITÀ: IN PIAZZA IL 30 NOVEMBRE
La dichiarazione del coordinatore nazionale della Fgu - Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, al termine dell´incontrodi oggi:
"La legge di stabilità e il Dpr approvato nei giorni scorsi incidono in maniera molto negativa sui docenti: finora il blocco del contratto ha provocato in media annualmente una perdita di circa 3400 euro per ogni insegnante. Ecco perchè non siamo disponibili a discutere con il Governo di un rinnovo che si limiti all´aspetto normativo senza considerare anche la parte economica. La scuola non è una catena di montaggio e la sua produttività può aumentare soltanto restituendo dignità ai docenti. Ci auguriamo che la manifestazione indetta per il 30 novembre spinga il Governo a darci le risposte che ci attendiamo. In caso contrario non escludiamo la possibilità di proclamare lo sciopero".
Di seguito il documento unitario prodotto durante l´incontro.
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CAMBIAMO LA LEGGE DI STABILITÀ
NO ALLA DOPPIA PENALIZZAZIONE: BLOCCO DEL CONTRATTO, BLOCCO DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE DI ANZIANITÀ
Esprimiamo netto dissenso sui provvedimenti che prevedono il blocco del contratto, degli scatti di anzianità e dell´Indennità di Vacanza Contrattuale. Ancora una volta si è voluto infliggere a chi lavora nella scuola un´intollerabile penalizzazione, che non si spiega né si giustifica con le difficoltà finanziarie del paese.
È inaccettabile che si prelevino dalle tasche dei lavoratori ulteriori risorse, come avviene rastrellando la quota di economie da reinvestire sulla scuola per la valorizzazione della professionalità; così facendo si indebolisce ancor di più il potere d´acquisto delle retribuzioni, peraltro già basso, mentre mancano per i lavoratori pubblici gli annunciati interventi di riduzione della pressione fiscale.
No a incursioni legislative in materia contrattuale
L´idea di un rinnovo contrattuale che riguardi la sola parte normativa non ci trova disponibili; la contrattazione è una leva importante di miglioramento del sistema che va sostenuta e valorizzata. Occorrono invece più certezze sui diritti contrattuali, messi continuamente in discussione da interventi legislativi, come avviene anche con il decreto legge n. 104/2013.
Servono investimenti e strumenti di intervento
L´esigenza di passare dalla politica dei tagli, che ha indebolito nell´ultimo decennio l´intero settore formativo, a quella degli investimenti non trova ancora adeguata risposta nell´azione del Governo, che risulta sotto questo profilo insufficiente. Il "decreto Istruzione", al vaglio dell´approvazione parlamentare, è solo un pallido inizio di un´indispensabile inversione di tendenza.
Le risposte che il mondo della scuola e il suo personale si attendono devono arrivare con un rinnovo contrattuale adeguato ai bisogni di un mondo della formazione in continua evoluzione; serve un contratto che riconosca e valorizzi il lavoro di docenti, personale educativo, dirigenti e ATA per gli aspetti economici e normativi e potenzi l´autonomia scolastica. Rispetto a ogni ipotesi di rivisitare la struttura salariale, l´anzianità va considerata anche per il futuro uno dei parametri utilizzati per riconoscere e valorizzare la professionalità, come avviene anche negli altri paesi europei.
La contrattazione nazionale e quella di istituto, con regole certe e trasparenti, sono strumenti ineludibili per individuare in maniera condivisa, e quindi rafforzare, i processi di modernizzazione e innovazione del sistema. Anche per questa via è possibile valorizzare, facendo leva sul loro protagonismo, il lavoro di docenti, personale educativo, dirigenti e ATA, di cui per troppo tempo non è stato adeguatamente riconosciuto il ruolo fondamentale che svolgono nell´ambito dell´istruzione e della formazione.
Chiediamo
► Un piano pluriennale di investimenti, per allineare la spesa per istruzione e formazione alla media europea; le risorse vanno trovate aggredendo la spesa pubblica improduttiva, rendendo meno oneroso l´assetto politico istituzionale, eliminando sprechi e contrastando duramente l´utilizzo improprio delle risorse pubbliche, combattendo la scandalosa evasione fiscale, intervenendo sulle rendite finanziarie.
► Il rinnovo del contratto nazionale e il pagamento degli scatti di anzianità, a partire dall´annualità 2012, con il reperimento delle economie appostate nei bilanci del MEF e del MIUR.
► La stabilità degli organici, con l´introduzione dell´organico funzionale e pluriennale
► Continuità e prospettiva, a partire dal nuovo piano triennale di assunzioni, ai percorsi di stabilizzazione del personale su tutti i posti disponibili e vacanti per docenti ed ATA.
► Un piano nazionale di formazione per docenti, personale educativo, ATA e dirigenti, sostenuto da adeguate risorse.
► Il ripristino delle posizioni economiche orizzontali del personale ATA.
► La risoluzione delle questioni aperte su inidonei e docenti ITP (C999 e C555) e sui pensionamenti "quota 96".
► Garanzia del sostegno agli alunni disabili.
Mobilitazione della categoria
Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e Gilda FGU indicono una manifestazione nazionale a Roma per il giorno 30 novembre 2013.
Roma, 28 ottobre 2013
8 marzo: giornata internazionale della donna
Auguri.
Scambiandoci gli auguri, non possiamo dimenticare quanto i tagli alle risorse economiche e strutturali, incidano sulle nostre condizioni di lavoro lasciandoci preoccupate, deluse, arrabbiate, ma non sconfitte.
Quanto sia faticoso, ogni giorno, coniugare il lavoro in classe e in famiglia, raddoppiando le nostre forze per dividerle in mille impegni.
Quanto sia ancora necessario impegnarsi per emancipare ogni donna dallo sfruttamento, dalla violenza, dal degrado, dalle nuove schiavitù.
Insieme possiamo.
Auguri.
"Quando guardo questi nostri tempi non trovo affatto giusto che vengano sottovalutati animi virtuosi e forti, per il solo fatto che appartengono a delle donne."
( Teresa d'Avila )
2022: SCIOPERO del 30 MAGGIO
Ora o mai più!
Che non ci tocchi di dire – Perché non c’ero anche io?-
Appello per una mobilitazione generale
L’assurdo visto come possibile sta per abbattersi sui docenti.
Dovremo sottostarvi, se non lo blocchiamo subito con una protesta ferma e totale.
É l’ennesima cieca follia che si sta per consumare contro la scuola e quindi contro il futuro di tutti noi. Il Ministro che non sa nulla di scuola (parla di semestri che esistono solo all’università…), ma si sente l’unto del radicale rinnovamento, sta per far approvare un decreto legge che avvilirà le briciole di dignità professionale che ancora resistono fra docenti. Mettendoci pure le mani in tasca, non per dare, ma per prendere dal nostro, e vessarci come sudditi obbligati a sottostare all’insensatezza dissennata. C’è una stanchezza dilagante; anche i più appassionati sono completamente avviliti. Come si fa a non averne sentore, comprenderlo? A non immaginarne le conseguenze come ricaduta sulla qualità dell’insegnamento? Un insegnante, sempre più povero e violentato a tutte le ore del giorno e della notte da urgenze e abusi di autorità, piegato al buio dispotismo di un’organizzazione lavorativa che non fa crescere né gli alunni, né gli stessi docenti, potrà mai essere maestr*?
La spesa per l’istruzione è indice di civiltà; eppure in Italia ci sono soldi per tutto, eccetto che per la scuola. Se tutto va bene avremo un aumento di 40 euro lordi, nemmeno una pizza al netto, ma non è per questo che ci mobilitiamo.
Il decreto scellerato scippa dei soldi dal “buono docente” (che ricordiamo fu una maniera per non darci un aumento di stipendio pensionabile etc., ma per lambire la nostra difficoltà a provvederci di mezzi di cultura idonei alle nostre esigenze professionali) e intende usarli per una formazione triennale permanente, extra orario scolastico e gratuita (solo il 40% potrebbe ricevere un bonus una tantum, gli altri pur se eccellenti, l’avranno fatto per la gloria…), con esami finali e possibilità di ripetenza. Nella nostra settimana lavorativa in cui siamo oppressi materialmente e digitalmente da ogni incombenza necessaria e arbitraria, in tutti i giorni e in tutte le ore, e lavoriamo molto più che 40 ore a settimana, (e per inciso, i docenti non fanno bulloni, con tutto il rispetto e la gratitudine per chi li fa, sappiamo che i bulloni possono farsi anche meccanicamente, non invece per l’insegnamento. Per essere docenti, dobbiamo invece starci con la testa in ogni momento perché lavoriamo vite umane e ne siamo responsabili), e dunque per decreto dovremo farci violentare oltremodo del nostro tempo.
E poi, conosciamo i nostri formatori e le fucine che li hanno plasmati, salvo nobili e rarissime eccezioni, sono persone di superficialissima e modesta cultura, scelte in maniera clientelare, totalmente inesperte del “come si fa” nel concreto, con la vocazione di formatori legata a stretto giro con la ferma determinazione a fare di tutto pur di non trovarsi davvero nelle scuole a insegnare e mettersi in gioco.
Nel silenzio più totale dei media lunedì ci sarà lo sciopero degli insegnanti. Questo la dice lunga su quanto contino coloro che formano il futuro del nostro Paese. A nessuno pare sia venuto in mente che se scioperiamo, in un momento così delicato dell’anno scolastico e con le nostre buste paga immobili, è un segnale della gravità estrema di ciò che sta per essere approvato. Noi, a differenza di chi ci governa, sappiamo ciò che servirebbe alla scuola (non perché siamo migliori di altri, ma semplicemente perché conosciamo il nostro lavoro, ne siamo esperti), tuttavia mai ci è chiesto di dire la nostra. Tutti, da qualsiasi provenienza professionale, sono esperti teorici e dispotici di avulse e pericolose ricette di riforma di ciò che solo noi realmente pratichiamo e di cui conosciamo limiti, esigenze e criticità. E soprattutto, versando la scuola da troppo in condizioni esiziali, vediamo con lungimiranza ciò che certamente ne costituirà l’ulteriore rovina. E restiamo ancora inascoltati.
In un attimo si perdono le certezze guadagnate con faticose e lunghe lotte, inoltre se non fermiamo questo inizio, davvero potremo doverci sottomettere a molto peggio ancora e la trasformazioni da maestr* in burattini inutili e falsamente ubbidienti sarà compiuta.
Prima che sia troppo tardi, siamo chiamati tutt* a usare l’unico strumento che ci resta: lo sciopero di massa.
Daniela Esposito
Approfondimenti:
Comunicato stampa